martedì 12 marzo 2013

Il vero volto della Massoneria. Ancora taxilliani a parte



P. Paolo M. Siano risponde a un articolo della Loggia “Giordano Bruno” (N° 852) di Ferrara, in seguito a un suo recente convegno a Ferrara sull'incompatibilità tra Chiesa e Massoneria. 



Lo scorso 22 febbraio 2013, presso la parrocchia di Santo Spirito in Ferrara, ho tenuto una conferenza sulla Massoneria, evidenziando – sulla base di documentazione massonica – i motivi oggettivi di incompatibilità tra Massoneria e Chiesa Cattolica. 

Nella Massoneria riscontriamo: 

a) Umanesimo (antropocentrismo) assoluto, relativismo dogmatico, mètadogmatismo (ossia, superamento dei dogmi); 

b) Ritualità liberomuratoria, di per sé, intrinsecamente magica; 

c) Esoterismo (Cabala, Alchimia, Ermetismo, Gnosi, magia...). Un tema fondamentale dell’esoterismo massonico è la conciliazione/coincidenza degli opposti Luce e Tenebre, Bene e Male... Tale tesi esoterica, in ambito massonico, suppone – o almeno può indurre a – una rivalutazione positiva del Diavolo (o Lucifero) inteso come angelo, o “dio”, o energia necessaria al Divino e all’Equilibrio Universale. Oppure, il Diavolo viene inteso da massoni laicisti come simbolo della Ragione e della Natura contro i dogmi e contro l’ascesi cristiana. 

A quella conferenza, tra il pubblico, erano presenti anche alcuni massoni di Ferrara. 

In data 04 marzo 2013, il website della Loggia “Giordano Bruno” N° 852 all’oriente di Ferrara (e all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani) pubblica un articolo assai critico nei miei confronti[1]

In sintesi, la Loggia Giordano Bruno mi rimprovera tra l’altro di: 

1) aver esposto la mia conferenza con un andamento «un po’ schizofrenico»; 

2) aver recuperato le «antiche ed assurde accuse» antimassoniche (satanismo, orge...); 

3) aver praticamente “spaventato” l’uditorio (in prevalenza cattolico) insinuando che i massoni praticherebbero riti assassini... 

4) aver riabilitato il «grande bugiardo» ed ex-massone Leo Taxil il quale, secondo i massoni, inventò la “favola” del satanismo massonico... 

5) aver oblìato, o disprezzato, i dialoghi ancora in corso tra Massoneria e Chiesa Cattolica... 

Ora passo a replicare ai 5 punti sopra elencati: 

1) Mi permetto di dire che, in realtà, l’atteggiamento «un po’ schizofrenico» risalta invece dal website della summenzionata Loggia ferrarese. Quei massoni si lamentano perché ho sostenuto l’incompatibilità tra l’essere cattolico e l’essere massone, eppure sono proprio loro a darmi ragione! Infatti quel website (dunque la Loggia) pur criticandomi in quell’articolo, tuttavia fornisce altrove (in altri articoli) motivi evidentissimi di incompatibilità tra Massoneria e Chiesa. Ad esempio, tanto per dirne una: quella Loggia elogia Giordano Bruno[2] fino a prenderne il nome. Quei massoni sanno bene che Giordano Bruno (spretato ed apostata) era un panteista, cultore di Ermetismo egiziano e di magia. Panteismo e magia non sono compatibili con la Fede Cristiana. Ma i massoni ragionano secondo la logica hegeliana che fa coincidentia oppositorum

2) Varie accuse antimassoniche, in sostanza, sono comprovate proprio dagli scritti di massoni. In quella conferenza, mi sono astenuto dall’approfondire temi iniziatici molto “curiosi” quali l’Androgino o Ermafrodito divino e primordiale, o Kundalini, o il luz, o i significati delle colonne massoniche Jakin e Boaz, ecc..., temi che hanno un posto di rilievo negli scritti iniziatici di eminenti massoni. 

3) I massoni ferraresi mi accusano di aver insinuato che nelle logge si praticano chissà quali riti di sangue. Non è colpa mia se vari rituali massonici (dal Settecento in poi) parlano apertamente di pene cruente e mortali per i massoni traditori e spergiuri. I massoni inglesi dicono ufficialmente che il riferimento a tali pene è stato tolto dai giuramenti massonici (almeno sin dal 1986). In realtà, c’è almeno “qualche” rituale prestigioso che lo conserva ancora. E per lo meno, in tutte le Massonerie, rimangono i cosiddetti “segni penali” (gesti rituali relativi a gola-cuore-addome) con cui i massoni richiamano alla mente quelle “antiche” punizioni. 

Come dissi nella conferenza, pur ammettendo che quelle pene non siano mai state applicate, tuttavia già il solo fatto di menzionarle col giuramento o con i soli segni penali, è qualcosa di impressionante per noi profani. Inoltre, non è colpa mia se nella ritualità e nell’esoterismo massonico è fondamentale il concetto di morte iniziatica (morte-rinascita a un nuovo livello iniziatico). Il Maestro Venerabile interpreta la parte dell’Assassino, uccidendo simbolicamente (non fisicamente!) il candidato al Terzo Grado di Maestro Massone. Sono dati oggettivi che ho illustrato. Avrei dovuto tacerli? Ma a differenza dei massoni, io non ho fatto giuramenti iniziatici, per cui sono libero di parlarne dinanzi a profani (cioè non-massoni). 

4) Tutto sommato il caso Taxil e il “taxillismo” è una “manna” per i massoni, perché se qualche “profano” parla di “luciferismo” o “satanismo” massonico ecco che i massoni lo accusano di essere un “taxilliano”. 

In realtà, a prescindere dalle invenzioni di Taxil, ci sono davvero massoni che, in vario modo, elogiano Lucifero. In quella conferenza ferrarese ho citato il caso di Arthur Edward Waite (massone inglese, 30° grado, Rose-Croix). Nel 1896, Waite (teosofo, non ancora massone) negava l’esistenza del luciferismo massonico presentandolo come un’invenzione di Taxil. Eppure, prima e dopo la sua iniziazione massonica (avvenuta nel 1901), lo stesso Waite ha manifestato una forte simpatia (o venerazione) per «Lucifer» affermandone con certezza la redenzione finale, in pieno disprezzo ai dogmi della Chiesa Cattolica. 

Restando in tema, si direbbe che i “fratelli” ferraresi della “Giordano Bruno” abbiano dimenticato che nel loro website c’è un articolo elogiativo sull’Inno a Satana del massone Giosué Carducci. Quell’articolo presenta (e in fondo elogia) il Satana carducciano come simbolo della Ragione e della Natura, Satana simbolo della libertà delle anime e dei corpi...[3] Insomma, i massoni ferraresi, prima, lodano Giordano Bruno (panteista e mago) e il Satana carducciano, e poi (proprio loro!) si lamentano allorché il sottoscritto sottolinea l’incompatibilità tra Massoneria e Chiesa. 

I massoni della Loggia ferrarese Giordano Bruno praticano anche il Rito Scozzese Antico e Accettato; a quella Loggia è annesso il Capitolo del 18° grado RSAA intitolato a “Felice Foresti”. In un articolo di quel “Capitolo” (ancora sul website della Loggia ferrarese Giordano Bruno N° 852), è scritto che la Massoneria ha un’«Anima Ribelle». Cito un brano di quell’articolo intitolato L’Anima Ribelle della Massoneria: 

«Insomma anche la Massoneria più antica ed ortodossa non ripudiava fino in fondo i propri fratelli più ribelli. Anche perché forse avrebbe significato sconfessare anche il proprio atavico patrimonio genetico: i massoni, infatti, si ritengono discendenti da un grande ribelle biblico, Caino, il primo fondatore di città; mentre un’altra corrente di pensiero interna alla massoneria fa risalire il proprio percorso sapienziale addirittura alla propria Grande Madre Eva, il primo essere, donna, a venire iniziato alla Conoscenza tramite la sua trasgressione: la prima ribellione del genere umano»[4]

Altro che Leo Taxil! In quell’articolo messo su web un mese prima della mia conferenza a Ferrara, i massoni ferraresi del 18° grado (nell’anno 2013!) elogiano chiaramente sia «Caino» che la ribelle Eva. Implicitamente, di fatto, quei massoni elogiano – pur senza nominarlo – il Serpente della Genesi (Lucifero!), colui che ha dato ad Eva la “Conoscenza” attraverso il peccato. 
A questo punto, posso dire che non io, ma quei massoni ferraresi “riabilitano” Taxil ! 

5) So benissimo che, negli ultimi 50 anni ci sono stati, e ci sono ancora, “dialoghi” tra massoni e cattolici (anche ecclesiastici) non di rado ignari dei contenuti esoterici della Massoneria, oppure addirittura compiacenti verso lo “spirito” mètadogmatico ed esoterico della Libera Muratoria. Decisamente, non seguo la linea ambigua (e filo-massonica) dei vari Padri Michel Riquet, Giovanni Caprile, don Rosario F. Esposito, ecc. 

Se in un dialogo con i massoni, la parte cattolica e non-massonica mostra una conoscenza approfondita di ritualità ed esoterismo massonico, c’è il rischio che il dialogo finisca (su iniziativa dei massoni) o che i massoni cerchino di evitare quegli argomenti. Se la parte cattolica e non-massonica chiede ai massoni testi “interni” ed “iniziatici”, molto probabilmente non otterrà quei testi e forse nemmeno una risposta chiara, bensì solo parole depistanti oppure un silenzio “iniziatico”. 

Si tenga bene a mente quanto i massoni sono obbligati ad osservare secondo i Doveri di un Libero Muratore, art. VI, § 4 (Comportamento in presenza di estranei non massoni): 

«Sarete cauti nelle vostre parole e nel vostro portamento affinché l’estraneo più accorto non possa scoprire o trovare quanto non è conveniente che egli apprenda; dovrete sviare un discorso e manipolarlo prudentemente per l’onore della rispettabile Fratellanza» (neretto mio). 

Con quell’articolo (superficiale e depistante) del 04 marzo 2013, la Loggia Giordano Bruno N° 852 ha pienamente osservato questo “Dovere” massonico. 

Concludo queste mie note con le parole che rivolsi a quel massone ferrarese che venne a salutarmi dopo la conferenza: “Pregate la Madonna. Bisogna pregare la Madonna”. 


p. Paolo M. Siano, FI











domenica 10 marzo 2013

Il Padre lo vide e lo abbracciò. La gioia della vera conversione



Ascolta l'omelia di P. Serafino M. Lanzetta, nella IV Domenica di Quaresima.


Oggi il Santo Vangelo ci propone la parabola del Padre compassionevole e del figlio prodigo che si converte. 

Il figlio allontanatosi dalla casa paterna si illude di conquistare la felicità senza l’obbedienza a Dio, ma si inganna. Sperimenta la miseria più cruda fino a diventare come i porci. 

La miseria morale è quella più penosa, più disumana. Ma il Padre continua ad esercitare con il suo amore una sorta di delicata pressione sul cuore del figlio. Gli sussurra il pentimento, e Lui stesso ha compassione nelle sue viscere. 

Il figlio ritorna in se stesso, si pente e va da suo Padre. Il Padre lo vede, gli corre incontro e lo abbraccia. Questo abbraccio è proprio il sacramento della Confessione: Dio che è Padre, nel Figlio che ci redime ci abbraccia, e il Sacramento funge proprio da strumento di riconciliazione: è il vero abbraccio paterno di Dio, il suo amore che ci ridona la vita e così la gioia vera.