venerdì 11 dicembre 2009

L’offerta del sacrificio nel sacerdozio cattolico e la concezione rahneriana

P. Giovanni Cavalcoli riafferma la sacralità del sacerdozio. Si rifà alla Lettera agli Ebrei e la confronta con la tesi di Karl Rahner.

Abstract: Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza. Il sacro è ciò che si trova nell’orizzonte del divino. Il sacro è funzionale al santo. Il santo attiene intimamente alla vita divina, mentre il sacro è funzionale al divino. Il sacro per la sua somma preziosità non dev’essere contaminato. Ecco la sacra tradizione. Si estende al rispetto della patria, dei defunti, etc. Le civiltà decadono quando il sacro non si rispetta o si sacralizzano realtà che non lo meritano. Rahner ha una visione confusa e contraddittoria del sacerdozio e del sacro, Non vede la specificità del sacerdote al sacro. Confonde il suo ruolo con quello dei laici. Crede che tale funzione ha addirittura una base biblica. Sposa la visione protestante. Funzione di culto senza mediazione. Rahner non considera i poteri della consacrazione e della remissione, ma il mandato della Chiesa come il pastore “scelto” dalla comunità. Il punto di partenza per determinare il sacerdozio non è la chiesa, essendo il sacerdozio che fonda la Chiesa. Per Rahner il sacerdote non è un offerente ma un predicatore. Rahner riconosce lo specifico del sacerdozio, ma dichiara che non è fondamentale. L'errore fondamentale di Rahner è la concezione di Cristo e del suo sacerdozio. I problemi della teologia di oggi provengono in gran parte dalla teologia di Rahner.

pamab

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